Riflessioni

Vorrei dedicare questo spazio, ad alcune riflessioni senza un ordine programmato. Mi sono accorto che in passato, ho perso molte mie meditazioni, nel senso che non le ho appuntate, su alcuni aspetti della nostra vita cristiana, e ho il rammarico di non averlo fatto, anche perché io credo che tutti abbiamo dei momenti di lucidità dove riusciamo ad essere profondi e rivoluzionari verso noi stessi o anche verso il mondo intero, nel senso che non tutte le nostre idee sono da buttare. In quei momenti, forse non lo sappiamo, ma a volte capita che ci viene una brillante idea, o un pensiero molto importante dettati dallo Spirito Santo che potrebbe veramente fare la differenza, ma che non lasciamo trasformare in realtà per vari motivi logici, pratici o economici, comunque, a parte questi dettagli (dettagli rispetto all'importanza dell'idea) noi non la sviluppiamo e la lasciamo morire nella nostra mente, aspettando che cada e vada a finire in quella parte dove i nostri pensieri o idee finisco.., svaniscono. Molto triste, ma in realtà è sempre così  o quasi, che ci capita. Allora, proprio per non far morire del tutto e lasciare l'idea, come dire, ibernizzata, ho preferito scriverla qua.

04/09/2013 Confessione
Vorrei fare una premessa, prima di lasciarvi queste cose. Io la penso esattamente come il Catechismo della Chiesa Cattolica ci insegna all'art. 1424 che dice "È chiamato sacramento della Confessione poiché l'accusa, la confessione dei peccati davanti al sacerdote è un elemento essenziale di questo sacramento. In un senso profondo esso è anche una « confessione », riconoscimento e lode della santità di Dio e della sua misericordia verso l'uomo peccatore."
Analizzando alcune parole di questo articolo, già abbastanza chiaro di per se, vorrei spostare il riflettore su piccoli aspetti, ma essenziali.
Oggi riflettevo sull'aspetto sostanzioso di questo grande Sacramento che il Signore ci ha lasciato. Ossia: il cosa dire, il ricordare tutti i nostri peccati, il peggiore, etc.
E' chiaro che, se non ho interpretato male tutto quanto, che non è più importante dire o confessare quali peccati o i tipi, ma è molto più importante il nostro sentimento.
Prima di accostarci alla Confessione, solitamente ma non sempre, si trova quegli opuscoli dove vi sono i consigli per una buona confessione, e in questi opuscoli, troviamo validissimi aiuti per meditare sui nostri peccati. Sempre se non ho capito male il senso, gli opuscoli, fanno una breve lista di situazioni più generalizzate degli aspetti della nostra vita, e proprio questa lista, ci fa riflettere e pensare se in una o più situazioni, abbiamo peccato. La lista, ed ecco il punto fondamentale, non ha solamente il compito di farci ricordare il singolo evento, ma ben si, di farci riflettere sul danno e gli effetti che quel peccato ha procurato a noi stessi o principalmente agli altri, e di conseguenza, ci deve preparare emotivamente e psicologicamente alla confessione, di modo tale, da essere veramente pentiti di quello che abbiamo fatto.
Ecco perché, fin'ora, sbagliavo perché mi concentravo, e persino cercavo di scrivere, il singolo peccato di modo tale che, pensando di averli catalogati tutti, non ne avrei lasciato alcuno, senza concentrarmi sul mio stato d'animo.
Ve lo vorrei spiegare anche da un altro punto di vista. In passato, mi sono confessato moltissime volte, e la maggior parte delle volte, ora, mi rendo conto di averlo fatto superficialmente, perché in altre pochissime volte, e sono più uniche che rare, avevo una gioia immensa nel cuore e la certezza assoluta di aver fatto una bellissima confessione, tanto è vero che avrei voluto continuare a restare con il sacerdote. Cosa c'era di diverso? Nulla! o meglio, nulla di eclatante, ma in quelle occasioni, sembrava che non mi stessi confessando con il sacerdote, ma parlando a tu per tu, quasi mi confidavo, come due amici che si incontrano e parlano dei loro problemi aiutandosi a vicenda. Questa fratellanza nell'ascolto e nel cercare insieme la soluzione ai miei problemi, mi ha fatto sentire a disagio o sul più basso scalino gerarchico, ma alla pari, anzi, addirittura più importante. Uscendo poi dal confessionale, mi sentivo come quando qualcuno si è tolto un enorme peso sulla coscienza, e rinnovato dall'Amore di Cristo, mi sentivo più forte e molto più legato a Lui. Allora, ecco perché non conta tanto quali peccati o quanti ne diciamo, ma il rispetto e l'importanza che diamo a questo Sacramento.

13/10/2016 L'anima degli animali
Questa riflessione, in realtà è di un pò di tempo fa non ricordo la data quindi la annoto con la data di oggi.
Come accennato, si parlava degli animali e dei loro gesti che a volte ci lasciano a bocca aperta. Sono quei semplici gesti così profondi che ci spiaziano e che ci pongono il dubbio di chi sia, tra le due specie la vera "bestia". Uno dei gesti che più mi lasciano senza nessuna lacrima in corpo è la morte del padrone e il cane che si accuccia vicino alla sua bara o al corpo oramai freddo; oppure quando in famiglia c'è chi si assenta per un pò di tempo e al ritorno il cane è quello che prima di tutti sente il proprio padrone arrivare e lo vedi che già scodinzola davanti alla porta di casa pronto a fargli le feste... quegli altri cani che aiutano i ciechi, o che fanno qualsiasi cosa per noi, questi ed altri ancora. Quindi ad alcuni non andava giù sapere che queste povere creature dopo tutte queste dimostrazioni non avessero un'anima. Ma la verità è questa ed è anche logica e ve la dimostro. Per non cadere nella risposta troppo facile, permettetemi di dirvi alcune cose onde essere al meglio esaustivo. Che cos'è l'anima? Vi rispondo secondo il nostro dogma tratto dal libro "Catechismo della chiesa cattolica" (n.69 versione compendio). "La persona umana è un essere insieme corporeo e spirituale. Nell'uomo lo spirito e la materia formano un'unica natura. Questa unità è così profonda che, grazie al principio spirituale che è l'anima, il corpo, che è materiale, diventa un corpo umano e vivente, e partecipa alla dignità di immagine di Dio. Chi dona l'anima a l'uomo? "L'anima spirituale non viene dai genitori, ma è creata direttamente da Dio, ed è immortale. Separandosi dal corpo al momento della morte, essa non perisce; si unirà nuovamente al corpo nel momento della risurrezione finale." (n.70). Bene, a questo punto abbiamo appreso sia la provenienza e dell'importanza della nostra anima. Ora vi chiedo. Qual'è il quinto comandamento? NON UCCIDERE. Ma uccidere cosa si intende? perché, come possiamo immaginare si possono uccidere sia essere umani che le bestie in senso genereale. Sulla Bibbia, alla genesi, Dio ci dona tutto il creato e lascia a Adamo e Eva, e quindi a tutta la discendenza, l'autorità di farne ciò che vogliamo. Ma se così è, allora che senso avrebbe se poi sui comandamenti ci vieta delle cose, come ad esempio di non uccidere? Sarebbe un contro senso o una imprecisazione perché a questo punto non potrei nenache mangiarle le bestie. Innanzitutto i comandamenti sono rivolti a noi esseri umani e quindi per la salvezza della nostra anima, ergo, il comandamento di non uccidere è riferito al prossimo (è implicito anche a noi stessi), a ragion per cui ogni volta che si commette un omicidio in pratica si commette un peccato, e aggiungo, non da poco ma enorme! ...benché sia chiaro, tutti i peccati sono peccati e quindi per ognuno di loro c'è sempre il bisogno della confessione. Ma allora perché si commette peccato uccidere un essere umano e non lo si commette uccidendo un animale? La risposta, a questo punto si comprende meglio e dopo il ragionamento fatto diventa anche logico. L'essere umano, in relazione a quanto detto sopra nel libro del catechismo della chiesa cattolica, non può essere ucciso a fronte di quest'anima e del fatto che essendo figlio/a di Dio uccidere uno dei sui figli rientra nei peccati che l'uomo può commettere, ma per l'animale, se questo avesse avuto un'anima, non avremmo potuto toccarlo minimamente per non commettere lo stesso errore. Poi c'è da dire lo scopo di entrambi. Noi siamo stati creati a immagine di Dio, mentre l'animale è un nostro inferiore, parlo intermini di importanza agli occhi di Dio, cioè li ha creati come nostra compagnia e a punto per essa che a noi ci ha dato libero arbitrio su di loro ed ecco per cui gli animali non possono avere un'anima.

Nessun commento:

Posta un commento

Scrivi qui un tuo commento. Ti prego di usare con cura il presente modulo e di non arrecare agli altri e al sottoscritto nessuna offesa. Greazie.